Con la biomimetica la cosmesi torna naturale
30/11/2017
Arte & impresa. L’idea e il talento di madre e figlie per creare gioielli esportati in Usa
09/01/2018

Quante volte, osservando un dipinto, abbiamo pensato: «Mi piacerebbe essere lì dentro per immergermi in quei colori e in quei paesaggi, in compagnia di quelle dame, di quei cavalieri, sotto quel cielo stellato». Oggi grazie alla tecnologia della Realtà virtuale immersiva (Rvi) questo desiderio, che a qualcuno potrebbe sembrare bizzarro, è diventato reale e sta avvicinando molte persone al mondo dell’arte, dell’archeologia, dell’architettura. Il cielo stellato dipinto da Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova per esempio, con i suoi colori accesi e brillanti e la sua prepotente carica innovativa, è al centro di un’esperienza che sta riscuotendo grande successo nel capoluogo euganeo – sala comunale Caduti di Nassiriya in piazza Capitaniato – e che, tra illusioni di passeggiate tridimensionali nel blu lapislazzulo punteggiato di stelle d’oro, proseguirà fino all’8 gennaio 2018. Si tratta di un “trailer”, come lo definiscono i progettisti della start up Uqido, di quella che sarà la prima esperienza totale di realtà immersiva negli affreschi giotteschi che compongono la Cappella, un tempo conosciuta anche come Dell’Annunziata all’Arena, e che si inaugurerà il prossimo autunno in collaborazione con il comune di Padova.
«Abbiamo cominciato a lavorarci da sette mesi insieme con il professor Giuliano Pisani (tra i maggiori studiosi dell’opera di Giotto, ndr) e andremo avanti fino al settembre 2018 per dare a ogni visitatore l’incredibile sensazione di trovarsi dentro il ciclo di affreschi, di muoversi tra le figure e di percorrere la profondità di quei paesaggi», spiega Pier Mattia Avesani, ingegnere informatico veronese, Ceo e fondatore nel 2010 insieme con l’attuale Cto Alberto Silletti della software start up Uqido all’interno del venture incubator M31. Un viaggio in cui il visitatore può accostarsi all’angelo durante l’annunciazione a Sant’Anna o accompagnare i pastori nella sacra adorazione del neonato Gesù in una piccola capanna su una roccia.

«A Padova siamo presenti fino al 31 dicembre anche con un temporary shop Uqido, il primo in Italia, dove proponiamo esperienze di realtà virtuale immersiva multisensoriale progettate per persone di ogni età», continua Avesani riferendosi a “The Edge – Be brave”, una attrazione dove l’“utente” dotato di visore e cuffie, può misurare i propri limiti immergendosi con tutti i sensi negli odori, nella terra, nel calore, nella brezza, al cospetto delle montagne da scalare o al profilo del mare, semplicemente camminando e salendo-scendendo da alcune piccole pedane collocate nello spazio. Dopo Padova il tour proseguirà nel 2018 a Milano, Firenze, Bologna, Roma e Venezia.
«Uqido punta a collaudare un nuovo modello di business e, dai riscontri che stiamo ottenendo, direi che è la strada giusta», è ancora il pensiero del fondatore della start up veneta. «Alberto ed io siamo partiti con poche risorse, abbiamo brevettato un software con un algoritmo che ci ha aperto le porte di M31 e grazie a un loro investimento di 25 mila euro abbiamo preso il volo. Nell’ultimo anno il nostro fatturato è triplicato tanto che il 2017 si chiuderà con ordini per 1 milione e 200mila euro e con nuove collaborazioni per migliorare la vita delle persone». Ad esempio quella con i Dipartimenti delle dipendenze di alcune Asl per combattere le dipendenze da fumo, da alcol, da gioco e per superare fobie o traumi. «Sicuramente il merito è dei nostri progetti, che utilizzano tutte le tecnologie disponibili sul mercato e ne inventano di nuove, ma lo è soprattutto del team: io, Alberto e, dal 2013, il Cfo Luca Pagnan, sappiamo bene che, senza i nostri venti ingegneri, non avremmo raggiunto questi risultati. Ci stiamo espandendo e cerchiamo ragazzi svegli e con l’attitudine a pensare in grande da far entrare in Uqido», fa sapere Pier Mattia Avesani, che ai giovani che stanno per entrare nel mondo del lavoro piace rammentare una cosa. «Quando porto la mia esperienza in qualche università, affermo sempre: non ascoltate chi vi dice che non c’è lavoro, che le aziende non pagano, che vi conviene andare all’estero: non spaventatevi e guardate a voi stessi, alle vostre passioni, a ciò che vi incuriosisce e vi fa stare bene, anche se ciò significa lavorare diciotto ore al giorno, come abbiamo fatto noi».

(Avvenire, 31 dicembre 2017)