Una fondazione per promuovere modelli di economia rigenerativa
15/10/2020
#italiariparte. Le città “intelligenti” pensano comunitario
20/10/2020

Non possiamo più aspettare: la plastica sta letteralmente seppellendo il mondo, come confermano alcuni dei più recenti reports internazionali. “Complici” i costi più che contenuti, la quantità di plastica prodotta con “materie vergini” è oggi otto volte maggiore rispetto a quella riciclata (e con la pandemia, soprattutto, è aumentata la produzione di plastica monouso) mentre il riciclo comincia a non godere più di ottima salute tanto che pare essere a rischio il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla Ue.

Proprio al mercato della plastica monouso si rivolge il lavoro di Qwarzo, innovativa azienda di Rovato, in provincia di Brescia, che ha inventato e brevettato uno speciale tipo di carta in grado di sostituire molti oggetti in plastica come, ad esempio, le palette per il caffè e il gelato o le cannucce, perché è resistente all’acqua, alle sostanze oleose, al calore e agli urti ed è progettato per non sgretolarsi. Inoltre, è compostabile e riciclabile. Il “segreto” della carta qwarzata, questo il suo nome industriale, è uno sottilissimo strato – appena 2 micron – di biossido di silicio che una volta trattato viene applicato a freddo sulla carta. «E’ un processo che ci consente di dare alla carta tutte le caratteristiche della plastica», spiega Luca Panzeri, fondatore e Chief Technology Officer di Qwarzo, «pur essendo totalmente naturale. Oggi produciamo milioni di pezzi al giorno di palette per il caffè in varie misure e abbiamo cominciato proprio quest’anno a vendere le palette per il gelato; nel frattempo è partita l’industrializzazione delle cannucce in carta qwarzata e stiamo lavorando sui piatti, sulle coppette per il gelato, sulle posate».

La Qwarzo è una piccola società che dà lavoro ad una ventina di persone ma è l’unica in Italia e in Europa ad aver rivoluzionato la carta per renderla il sostituto perfetto della plastica. «La nostra idea ha quasi vent’anni e tuttavia solo da poco tempo ha trovato la giusta applicazione: prima, evidentemente, il mondo non era pronto ad abbandonare la plastica per passare ad un suo sostituto sostenibile. Negli ultimi due anni, inoltre, abbiamo fatto passi da gigante grazie all’ingresso di alcuni importanti investitori tanto che oggi i nostri prodotti sono utilizzati da grandi produttori di materiale monouso e richiesti da multinazionali e distributori internazionali», continua il “padre” di Qwarzo. «Sul fronte dello sviluppo, da qualche anno collaboriamo con le facoltà di Chimica delle Università di Milano e di Padova e con lo Iuav di Venezia, dove gli studenti e i ricercatori eseguono i test sui prodotti e sui materiali e ne studiano ergonomia e design; cooperiamo, poi, con il Centro Ricerca Rifiuti Zero di Zero Waste Italy e ci impegniamo molto per la salute degli oceani: le nostri soluzioni innovative ci hanno permesso nel 2019 di vincere il premio National Geographic nella categoria “World Best Solution Against Ocean Plastic Pollution” e siamo tra le aziende partner di Oceathon, l’hackaton nato da un’idea della Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’Unesco insieme a Worldrise e alla Fondazione Cmcc-Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti climatici. Poiché vogliamo che i nostri mari e i nostri oceani siano vivibili e continuino ad essere patrimoni del pianeta», conclude Panzeri, «ci stiamo impegnando con grande determinazione per far cambiare le abitudini di consumo alle persone».

Monica Zornetta