La giovinezza tra i fermenti della “città sociale” a Valdagno, gli studi all’Accademia di Venezia, le scorribande milanesi in moto con Walter Marchetti dello Zaj, la partita a scacchi (persa) contro Marcel Duchamp, l’amicizia con Gac – tra i più famosi esponenti della mail art – e le chiacchierate a Sabadell con la “pasionaria” Dolores Ibarruri.
L’incontro nella calda Praga del 1968 con Milan Knížák e Václav Havel, i viaggi americani dalla gallerista Emily Harvey e dall’amica Yoko Ono, le feste a New York con Dick Higgins, Alison Knowles, Ben Patterson, La Monte Young e molti altri poi entrati nella sua immensa collezione d’arte.
E, ancora, l’ingresso nella moda ad alti livelli con il “neonato” pret a porter, le sperimentazioni con il torinese Gruppo Finanziario Tessile, l’amicizia con Gianfranco Ferrè, la nascita dell’azienda a pochi chilometri da Marostica, la geniale idea (del primogenito Giovanni) della “Fabbrica lenta”, le collaborazioni con griffe importantissime, oltre all’avvio di una Fondazione che porta il suo nome e che coopera con università, gallerie d’arte e musei italiani ed esteri.
In un libro bilingue la storia per nulla convenzionale di Luigi Bonotto, il fondatore dell’unica fabbrica-museo al mondo ancora in attività, amico dei più grandi artisti Fluxus e tra i maggiori collezionisti internazionali di opere visive, sonore, di documenti etc. di questo significativo movimento artistico e culturale.