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Il tea verde è buono e fa bene. Ma ce n’è uno che fa più bene degli altri perchè, foglia dopo foglia, sta migliorando la vita di centinaia di famiglie di Satyavedu Mandal, città dell’Andhra Pradesh, nell’India meridionale. E’ il green tea prodotto ormai da 30 anni dall’italianissima Everton di Tagliolo Monferrato, nella fertile pianura alessandrina: un’azienda a conduzione famigliare, tra le più importanti della grande distribuzione, che nel 2011 ha deciso di fondare a Sri City, vicino a Chennai, la Everton Tea India Pvt. Ltd per coltivare, raccogliere e confezionare le foglie della pianta che più ha cambiato i destini del mondo. Un’operazione considerevole, che le permette di controllare totalmente la filiera e di garantire, in questo modo, la qualità dei prodotti. Nei seimila metri quadrati – presto se ne aggiungeranno altri tre – della fabbrica indiana lavorano attualmente più di 200 persone provenienti da alcuni dei villaggi limitrofi alla zona industriale di Sri City: uomini e donne che, grazie a questo impiego regolare e a tempo pieno, stanno migliorando le proprie condizioni di vita e quelle delle loro famiglie.

«Li formiamo tecnicamente, insegniamo loro un lavoro e li tuteliamo sotto tutti i punti di vista, compreso quello sanitario», esordisce Filippo Dodero, Ceo quarantenne del brand nonché componente, insieme con il fratello minore Federico, della terza generazione della famiglia oggi alla guida dell’azienda. «Affrontando una burocrazia tra le più complesse al mondo abbiamo costruito una realtà che punta alla qualità del prodotto e alla sicurezza di chi ci lavora: abbiamo realizzato una nursery per i bimbi più piccoli, una grande mensa e tutto ciò che serve per rendere il luogo il più confortevole e sostenibile possibile. Sono convinto che niente vale quanto fare impresa in questo modo: perseguire gli obiettivi di business e contemporaneamente aiutare chi è meno fortunato». Un lavoro virtuoso, riconosciuto e certificato anche da diverse autorità internazionali come Control Imo, Commercio equo e solidale, Ifs-International Food Standards.

La Everton Spa, nata sulle “ceneri” della Tea Maraviglia – fondata nel 1946 dalla nonna di Filippo e Federico per importare prodotti coloniali, successivamente venduta alla Cameo – rappresenta oggi il primo fornitore della grande distribuzione organizzata di tea (in foglie e in filtro), tisane, infusi, camomille, solubili, cacao e zuccheri, sia con il proprio marchio che come private label, cioè con il marchio privato del grande magazzino. In particolare le tisane, le camomille e gli infusi sono lavorati e confezionati in Croazia dalla Herbarium, una realtà autorevole del settore erbe biologiche, acquisita l’anno scorso dall’azienda piemontese, mentre i solubili passano per la “casa madre” nel Monferrato. «Tra Tagliolo e gli uffici di Genova siamo una ventina», dice Dodero prima di snocciolare, con soddisfazione, un po’ di numeri: «Nel 2017 abbiamo fatturato 23 milioni di euro e per il 2018 puntiamo a crescere ancora grazie al supporto del programma Elite, a cui abbiamo da poco aderito, e al consolidamento dei mercati anglosassone e nordamericano. Attualmente i prodotti del brand Everton rappresentano il 35% del fatturato mentre il restante 65% è riconducibile a quelli con il marchio del distributore. Mi piace ricordare che siamo stati i primi importatori del tea Fairtrade in Italia e che i nostri prodotti hanno ottenuto parecchie certificazioni per la sicurezza alimentare, la tracciabilità dei componenti, la qualità; siamo stati valutati anche per le condizioni di lavoro sicure dei nostri produttori. Sono cose importante ma che, lo sappiamo bene, è davvero molto difficile trasmettere attraverso un semplice astuccio di tea».

Monica Zornetta (Avvenire, 19 maggio 2018)