Fazzoletti, lattine e pneumatici: sulle Alpi una vetta piena di rifiuti
28/02/2024

Se è vero che “ciò che è inferiore è come ciò che è superiore e ciò che è superiore è come ciò che è inferiore quando fate i miracoli dell’unica causa”, come enunciava un antico quanto misterioso testo sapienziale, è perfettamente possibile conoscere il grande, ciò che è superiore, studiando il piccolo, ciò che è in basso. In altre parole, possiamo arrivare a comprendere un macrocosmo, ad esempio il pianeta Terra, studiando un microcosmo rappresentato, poniamo caso, da una piccola – e tuttavia egualmente complessa – città. Venezia.

Luogo da sempre al centro di un confronto con il proprio fragilissimo ecosistema e che, nella continua ricerca di un equilibrio, si ritrova a rinnovare ininterrottamente un rapporto di reciprocità con il territorio, Venezia è  allo stesso tempo un modello di resilienza riconosciuto a suo tempo anche da Le Corbusier, e uno scenario per immaginare un futuro più vivibile.

Venezia è anche il cuore di Wetlands, un progetto editoriale e un laboratorio di idee nato nel 2021 dalla coop sociale ReActiVe e dall’amore per la città dei suoi 15 soci. Già il nome dice molto di questa coraggiosa casa editrice che punta a spostare la narrazione di Venezia dalla consueta (e limitata) prospettiva dei luoghi comuni al suo essere “giardino” dove coltivare il futuro del mondo. Venezia è infatti simbolo e sunto di problematiche e soluzioni globali: pensiamo alla gentrificazione dei centri urbani, alla perdita di identità, all’overtourism, allo spopolamento.

Così come le wetlands sono zone umide caratterizzate dalla presenza di terra e di acqua e ricchissime, per questo, di biodiversità, allo stesso modo il progetto che ha in Luca Cosentino il direttore editoriale, si muove negli spazi di transizione, che sono poi quegli spazi dove si trovano le idee più audaci e originali, per affrontare temi che spaziano dall’ambiente all’urbanistica, dall’antropologia alla cultura ai tanti cambiamenti della società.

Wetlands è una specie di «cassetta degli attrezzi dove è possibile trovare idee e parole con cui affrontare la complessità del mondo di oggi», spiega Cosentino, un ex geologo di 62 anni che dopo il Covid ha deciso di lasciare la professione e cominciare questa nuova avventura.

«L’idea del progetto editoriale è nata da un confronto interno a ReActiVe, di cui sono presidente, perché ci sembra che solo attraverso una molteplicità di sguardi, tra il letterario e il saggistico, quasi sempre in una forma ibrida, si possa offrire una narrazione potente e sfaccettata di quelle che sono le tematiche più urgenti per Venezia ma anche per l’intero pianeta».

Il grande topic della sostenibilità è stato uno dei principi fondativi, non solo nei contenuti ma anche nelle modalità operative: «Utilizziamo la carta alga, una carta ricavata dalle alghe grezze essiccate prelevate dalla Laguna; siamo carbon neutral e manteniamo la filiera corta stampando a Venezia. Cinquecento anni fa la città era il centro del mondo editoriale mentre oggi sono rimaste solo le Grafiche Veneziane: stampiamo da loro anziché cercare convenienze che impattano sull’ambiente».

La sostenibilità è un imperativo per Wetlands anche sul fronte dei rapporti con gli autori: «Contrattualmente cerchiamo di mantenere alti i principi etici che sono parte della nostra mission, favorendo gli autori anziché lo specifico interesse commerciale. D’altro canto», precisa Cosentino, «essendo un’impresa no profit, il nostro obiettivo non è il ricavo economico».

Partiti con una manciata di libri già esistenti ma rielaborati e aggiornati per il progetto, Wetlands conta oggi tre diverse collane: “Mude”, “Fondamenta” e “Barene”, realizzata insieme con il corso di laurea in Environmental Humanities dell’Università Cà Foscari. «Una quarta, in arrivo, è “Afterwords”, ed è dedicata a scrittrici e scrittori africani o afrodiscendenti. In questi giorni è inoltre uscito un libro a cui teniamo molto: “Venezia africana”, disponibile anche in versione inglese. E’ la prima guida a raccontare la presenza africana nella città di ieri e di oggi attraverso dieci itinerari».

Monica Zornetta (L’Economia Civile – Avvenire, 10 aprile 2024)