Patagonia: la Polizia uccide ancora. Giovane Mapuche muore dopo lo sgombero di un territorio recuperato nel Rio Negro.

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Nel giorno dell’estremo saluto a Santiago Maldonado e il giorno dopo l’attesa conclusione dell’autopsia sul suo corpo1, un giovane Mapuche è morto assassinato dopo un violento sgombero della Lof Lafken Winkul Mapu, piccola comunità recuperata nei pressi del Lago Mascardi (Relmu Lafken), all’interno del Parque Nacional Nahuel Huapi, non lontano dalla rionegrina San Carlos de Bariloche, da parte delle forze di sicurezza federali su ordine del giudice di Neuquèn, Gustavo Villanueva. 

Rafael Nahuel

Da quanto si apprende dai media argentini il giovane si chiama Rafael “Rafita” Nahuel, ha 21 anni ed è deceduto sabato per un colpo di arma da fuoco sparato da qualcuno dei partecipanti – tutti dipendenti del ministero della Sicurezza guidato dal ministro Patricia Bullrich – all’operativo di giovedì nel terreno che Lof Lafken Winkul Mapu sta recuperando all’interno del Parque: il gruppo speciale della Prefettura Albatros, la Polizia Federale e la Gendarmeria Nazionale. Ulteriori colpi hanno raggiunto, per fortuna con conseguenze non fatali, due persone della comunità mentre altre nove sono state arrestate per “intralcio all’operazione di polizia”: quattro di loro sono state liberate nella notte. Di qualche altro non si hanno più notizie da quel giorno.

Lo striscione posto all’ingresso del luogo recuperato

L’“usurpazione del territorio”, come la definiscono le forze di polizia (la riappropriazione di terre ancestrali, come la definiscono i Mapuche) da parte di una trentina di “incappucciati” – ma tra loro ci sarebbero anche donne e bambini! – sarebbe cominciata nello scorso mese di settembre. Da quel che riferiscono alcuni giornali locali, precedentemente allo sgombero ci sarebbe stato anche un tentativo di dialogo con gli occupanti da parte di Villanueva e della fiscal Silvia Little, finito però – a riportarlo è il quotidiano La Nacion – con il lancio di alcune pietre.

Anche in questo caso, come nei precedenti (si pensi a Pu Lof en Resistencia nel dipartimento chubutense di Cushamen), alcuni media argentini che cavalcano l’onda governativa della criminalizzazione del “popolo della terra” hanno tirato in ballo presunti legami e appartenenze delle comunità impegnate nel recupero delle terre con la cosiddetta Ram – Resistencia Ancestral Mapuche, una organizzazione definita “terroristica”. Diverse istituzioni e referenti del Rio Negro hanno respinto fermamente la brutale azione delle forze di sicurezza.

«Si sta militarizzando ancor di più la zona», ha denunciato la referente della Lof Pillañ Mahuiza, Moira Millàn, riferendosi alla regione della Comarca Andina (che comprende le province del Chubut e del Rio Negro), «e abbiamo fratelli desaparecidos, un fratello morto, assassinato dalla Polizia, ci sono feriti gravi che non possono accedere ad alcun tipo di assistenza medica […] e che non scendono dalla montagna per paura di ulteriori rappresaglie». E i governi provinciale e centrale che dicono? E, soprattutto, il già poco amato ministro Bullrich? Anche in questo caso, come è avvenuto per la morte di Santiago Maldonado, difenderà a spada tratta l’operato delle forze di sicurezza per addossare ogni responsabilità sui “violenti” Mapuche?

1 Secondo gli esperti a provocare la morte di Santiago sarebbe stata asfissia per sommersione affiancata da ipotermia.