Lo Stato argentino e la repressione Mapuche davanti alla Cidh. Attesi gli esiti dell’autopsia per chiarire come e quando è morto Santiago Maldonado

Che cosa è accaduto prima del ritrovamento del corpo di Santiago? Perchè le ricerche non proseguirono nella estancia di Benetton? Il testimone E e la campagna anti-verità dei media vicini al governo
25/10/2017
I puesteros di Benetton tra ricatti, povertà e assenza di diritti. Soria: È protetto dallo Stato argentino
13/11/2017

Se, dopo essere stato portato via dalla Gendarmeria, il corpo di Santiago Maldonado è stato conservato in un freezer all’interno dell’enorme estancia della Compañía de Tierras Sud Argentino SA (gruppo Benetton)1– come ha ipotizzato il giornalista di Tiempo Argentino Ricardo Ragendorfer2 nel corso di una intervista con Radio Rebelde – o in un ramo del rio Chubut non frequentato abitualmente dai Mapuche di Pu Lof en Resistencia – come ha supposto Soraya Maicoño, portavoce della piccola comunità che dal 13 marzo 2015 lotta per recuperare una porzione

Sergio Maldonado con Estela Carlotto, presidentessa delle Abuelas de Plaza de Mayo (a sinistra) e la moglie Andrea Antico (a destra), il 1 novembre scorso alla Marcha organizzata in Plaza de Mayo per chiedere verità e giustizia per Santiago.

di territorio originario nel dipartimento di Cushamen3 – lo confermeranno gli esiti dell’esame autoptico, che darà anche le attese risposte circa le modalità della morte del tatuatore di El Bolsòn. Quel che è certo, in questa brutta storia, è il coinvolgimento della Gendarmeria nacional, ma certe sono sono anche le false piste, il cinico sarcasmo di alcuni rappresentanti delle istituzioni4, gli attacchi strumentali (l’ultimo, in ordine di tempo, è l’invito di alcuni troll a boicottare i te, gli infusi e le spezie commercializzate dall’azienda di famiglia dei Maldonado5, Wally’s Tea Patagonia) e l’opaco comportamento tenuto dal governo Macri durante i 78 giorni della desapariciòn di Santiago. Pochissimo tempo dopo il rinvenimento del cadavere del giovane militante nel freddo rio Chubut, Maicoño, la prima testimone-chiave dei fatti, ha dichiarato a Radio Rivadavia che «Quel corpo non c’era fino a tre giorni fa, e lo sappiamo perchè è un luogo dove si passa sempre per andare a prendere l’acqua”. Uno o due giorni più tardi alla giornalista di Pagina12 e La Izquierda Diario, Adriana Meyer, ha aggiunto: «Sappiamo che Santiago lo portò via la Gendarmeria durante la repressione di Pu Lof en Resistencia6, ma non sappiamo chi piantò il corpo lì… sicuramente sono tutti coinvolti, si coprono l’uno l’altro e con i mezzi di informazione a loro vicini cercano di addossare i sospetti su di noi […] trasformandoci in nemici interni, terroristi e violenti». Chi possiede l’infrastruttura per conservare un corpo per così tanto tempo – è stata poi la domanda che la vocera si è posta e ha posto – per farlo riapparire poi (a pochi giorni dalle elezioni legislative, nda) nonostante i tanti sopralluoghi effettuati senza incontrare nulla? La risposta, a tale domanda, è una sola: la compagnia di Benetton.

▪ Una repressione pianificata. La scomparsa del ragazzo, ormai è assodato, è avvenuta nell’ambito della violenta politica di repressione dei popoli originari patagonici – attualmente nel territorio Puelmapu, a est della Cordillera de los Andes, vivono un centinaio di piccole comunità – attuata dal governo Macri e focalizzata, ormai da molto tempo, soprattutto su Lof en Resistencia e sulla loro battaglia per recuperare le terre ancestrali comprate nel 1991 per poche decine di milioni di dollari dalla Compañía de Tierra del Sud Argentino7. Una politica che ha ripreso vigorosamente il via nell’estate 2016 con una informativa del ministero della Sicurezza in cui si riconosceva l’avvio di una attività di intelligence8 nei confronti dei Mapuche9 dopo le prime azioni di protesta intraprese da alcune comunità contro lo sfruttamento petrolifero e la spogliazione del territorio di Vaca Muerta, nella provincia di Neuquen. Nell’informativa si accusavano i popoli originari della Patagonia di reati federali, addossando su di loro la colpa di molti delitti, senza tuttavia fornire alcuna prova. Il documento, che mostrava una immagine in PowerPoint intitolata dal ministero Revalorización della ley. Problemática en territorio mapuche (“Rafforzamento della legge. Problematica nel territorio Mapuche”), si riferisce in questo modo a Lof Cushamen e a Resistencia Ancestral Mapuche (Ram): «I suoi membri sono protagonisti di fatti delittuosi come l’occupazione di terreni, incendi, danneggiamenti e minacce nel Chubut e nel Rìo Negro. Hanno un comune denominatore che li trasforma in delitti federali, giacché vogliono imporre le loro idee con la forza intimorendo il resto della popolazione».

Una specie di “missione del governo nel Chubut” che, lo ricorda Pagina 12, ha avuto tra i protagonisti il capo di Gabinetto del ministero della Sicurezza della Nazione, Pablo Noceti. In una intervista con la Radio Nacional di Esquel il funzionario – si trovava ad Esquel per assistere sotto copertura all’udienza giudiziaria che prorogò la detenzione preventiva di Facundo Huala Jones – si era detto molto preoccupato per l’escalation di violenze in quell’area e aveva avvertito che «nella misura in cui ci saranno crimini federali da indagare (come previsto all’articolo 213 bis del Codice Penale), dovremo intervenire». Avvocato di alcuni militari dell’ultima dittatura civico-militare accusati e condannati per lesa umanità, Noceti aveva raccontato agli ascoltatori della radio di trovarsi lì per definire le misure da intraprendere dinnanzi ai conflitti dei Mapuche. E non è un caso se da quel momento si sono succedute azioni sempre più brutali da parte del governo contro la comunità indigena di Cushamen: l’11 gennaio di quest’anno, con molti feriti e arresti, il 31 luglio davanti al Tribunale federale di Bariloche10 (anche questa terminata con il fermo di diverse persone) e il 1 agosto11, quando la violenza istituzionale ha raggiunto il suo apice. Nel Chubut, quel freddo giorno d’agosto, Noceti era lì. E c’era anche il giorno precedente, per indire la famosa riunione in cui vennero decisi i dettagli dell’operativo che poi portò alla scomparsa e alla morte di Santiago. Con buona pace di Patricia Bullrich che ha sempre sostenuto, mentendo, che il suo braccio destro si trovava nel luogo e nelle ore della repressione solo per salutare gli amici Gendarmi.

Ph. Gustavo Cardoso S/Wikimedia Commons

Diritti continuamente violati. L’avvocatessa Sonia Ivanoff, vicepresidente dell’Associazione di Avvocati/e di Diritto indigeno della Repubblica argentina (Aadi) e legale del lonko Huala Jones, ha raccontato alla scrivente che l’acquisto delle terre da parte di terratenientes stranieri, con il favore dei governi, non ha mai tenuto conto del diritto ancestrale indigeno. «Tutte le terre americane erano popolate da culture precolombiane che poco alla volta sono state sottomesse da forze militari e politiche europee. La maggior parte dei conflitti in corso12 sono territoriali; ancora oggi molti governi e forze politiche adottano un atteggiamento colonialista, usando la forza e la sottomissione dei popoli indigeni: il sistema interamericano dei diritti umani continua a non riconoscere i loro diritti, come quello, ad esempio, alla partecipazione anche in materia economica, e continua a sfruttare impunemente le risorse naturali presenti nei territori ancestrali, a saccheggiare le terre, a distruggere le foreste, ad inquinare e deviare fiumi, a privatizzare territori per scopi commerciali». L’avvocata Sonia Ivanoff ha inoltre detto: «L’agire di alcuni rappresentanti delle comunità Mapuche è oggi considerato terroristico ed è per questo che le forze dell’ordine hanno di recente adottato misure estremamente violente, spropositate, quando si trovano a reprimere dimostrazioni pubbliche e legittime proteste dei Mapuche».

La scorsa settimana Soraya Maicoño e Fernando Huala Jones sono stati ascoltati a Montevideo dal presidente della Commissione Interamericana dei Diritti umani (Cidh), Francisco Eguiguren, in merito alle violenze che stanno patendo le comunità, nonché alla necessità che siano protetti i testimoni che per l’ultima volta hanno visto in vita Santiago a Pu Lof di Cushamen. «Ci sono molti Mapuche che non hanno parlato perchè hanno paura, dato che la giustizia non dà garanzie sufficienti», ha detto Huala Jones ad Adriana Meyer per Pagina 12:

Francisco Eguiguren, presidente della Commissione interamericana dei Diritti umani

«E’ importante che il resto della società comprenda che questo non sta accadendo solo ad un gruppo di qua, ma è un fatto storico: ci sono migliaia di Desaparecidos tra i diversi pueblos originarios». Al presidente della Cidh i due voceros hanno inoltre fatto sapere che «le vessazioni che denunciamo provengono dallo Stato e dai gruppi di para-polizia che rispondono a Benetton e ad altri terratenientes della zona, abbiamo parlato anche del ruolo della Società Rurale Argentina […] La Commissione per i diritti umani (che ha aperto una pratica sulle violenze da loro subite a gennaio, nda)  ci ha risposto che una volta studiati i dettagli troveranno le forme per aiutare la nostra comunità: c’è per esempio la possibilità di emanare misure precauzionali in nostro favore. Si sono parecchio sorpresi quando abbiamo detto loro che abbiamo dovuto costruire dei muri di pietra per il numero di volte che la Polizia, le forze di sicurezza e i gruppi paramilitari hanno sparato contro di noi, anche in presenza di bambini».

 

1 Originariamente The Argentine Southern Land Co. All’interno trovano dimora un commissariato di Polizia provinciale dedicata esclusivamente alla custodia della proprietà e una base logistica della Gendarmeria.

2 I dettagli in una intervista all’autore che comparirà a breve in questo sito.

3 «Attuiamo ciò di fronte alla situazione di povertà delle nostre comunità, alla mancanza d’acqua, al confinamento forzato in terre improduttive e allo spogliamento che si sta realizzando dalla cosiddetta Conquista del desierto fino ai giorni nostri, con i terratenientes. Aggiungiamo a ciò l’immensa quantità di famiglie senza terra che non possono nemmeno sopravvivere con dignità», spiegavano in un comunicato del 2015 Lof Cushamen e Movimento Mapuche Autonomo.

4 Dopo il rinvenimento del corpo nel rio Chubut la deputata Elisa Carriò, ospite di una trasmissione televisiva – https://www.youtube.com/watch?v=t8PHysXWQro – ha paragonato Santiago a Walt Disney, alludendo alla leggendaria ibernazione cui si sarebbe sottoposto il maestro dell’animazione.

Il 1 novembre, a tre mesi dalla desapariciòn, si è tenuta in Plaza de Mayo a Buenos Aires una nuova Marcha organizzata dal coordinamento “Encuentro, Memoria, Verdad y Justicia” per chiedere verità e giustizia sulla morte di Santiago.

6 Per dare man forte alla Gendarmeria parteciparono anche le guardie bianche dei Benetton.

7La compagnia di Benetton, come si sa, è proprietaria di 7 estancias e di 900 mila ettari di terre distribuiti tra le province di Buenos Aires, Rio Negro, Chubut, Neuquèn e Santa Cruz.

8 A opera della Policia de Seguridad Aeroportuaria.

9 Secondo il governo di Mauricio Macri le comunità Mapuche si sarebbero insediate in aree dove operano imprese estrattive, ma ciò cozza contro il riconoscimento della preesistenza del pueblo Mapuche alla nascita degli Stati, come sancisce la Costituzione Nazionale nell’articolo 175, comma 17. Il che significa che sarebbero le imprese petrolifere, quelle minerarie e le estancias ad essersi installate nei territori originari comunitari.

10 Gli appartenenti alla comunità erano andati a reclamare la liberazione del lonko Huala Jones, arrestato il 28 giugno.

11 In quell’occasione Noceti spiegò a Soraya Maicoño e a un’altra donna presenti sulla Ruta 40 che sarebbero state tenute in custodia per 6 ore al fine di permettere allo Stato di svolgere alcune verifiche.

12 http://www.territorioindigena.com.ar/