Douglass era schiavo e due donne lo liberarono

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Centocinquanta sterline. È il prezzo che Anna Richardson e la cognata Ellen, quacchere antischiaviste di Newcastle-upon-Tyne, dovettero pagare nel 1846 per comprare lo schiavo Frederick Douglass e renderlo un uomo libero.

L’afroamericano più famoso del diciannovesimo secolo, nato in schiavitù nello stato del Maryland, fuggito nel 1838 e divenuto scrittore, oratore, candidato alla vicepresidenza degli Stati Uniti, console ad Haiti, deve infatti la libertà a due donne inglesi. Due pacifiste, impegnate a combattere lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e a educare le classi più povere.

La lettera di Anna Richardson

Anna, soprattutto, era conosciuta per i giornali antischiavisti che curava con il marito Henry e per aver fondato l’associazione femminile che promuoveva il boicottaggio dei prodotti realizzati con il lavoro degli schiavi; la cognata Ellen, dal canto suo, insegnava ai figli degli operai ed era impegnata nelle campagne per l’emancipazione femminile.

Conobbero Douglass durante una conferenza a Newcastle, nell’agosto 1846. L’uomo si trovava in Gran Bretagna per raccontare l’orrore della schiavitù e raccogliere fondi per il movimento abolizionista. Era già una voce autorevole: l’anno prima aveva dato alle stampe il memoir Narrazione della vita di Frederick Douglass. Uno schiavo americano (in Italia pubblicato da Marsilio, nel 2015), che sbalordì i lettori per il suo straordinario talento narrativo.

Sebbene vivesse da uomo libero, per la legge americana Douglass era ancora di proprietà dei fratelli Hugh e Thomas Auld di Baltimora; perciò, pochi giorni dopo la conferenza, Anna scrisse una lettera in cui chiedeva a Hugh le condizioni «per ottenere la libertà legale del suo ex schiavo, Frederick Bailey (oggi conosciuto come Frederick Douglass)». Nel caso egli fosse stato «disposto a consegnare i documenti necessari», Anna si sarebbe inoltre impegnata «a pagare la somma pattuita per l’acquisto».

Ad ottobre, come mostra il documento originale che pubblichiamo, Auld rispose accettando di venderlo per 150 sterline, dichiarandosi anche «pronto a firmare i documenti […] che lo renderanno completamente e legalmente libero».

Le due donne raccolsero il denaro tra i membri della Società degli Amici (i Quaccheri) e incaricarono due abolizionisti americani di gestire la pratica. La libertà legale per Frederick Douglass arrivò nel dicembre di quell’anno, tuttavia non si imbarcò subito per gli States: rimase con i Richardson alcuni mesi ancora. «Sono sbarcato sulle vostre coste come schiavo e sono tornato libero», scrisse ad Anna una volta a casa.

Monica Zornetta (La Lettura – Corriere della Sera, 26 maggio 2025)

Il pdf: pagina LA LETTURA 26 05 2025