Lo Stato argentino non sostiene le accuse di Benetton contro i Mapuche. Il pubblico ministero: “Prove troppo deboli”. La sorpresa (e la gioia) degli accusati

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Ogni tanto le buone notizie arrivano anche dalla provincia del Chubut. E’ di lunedì la sorprendente decisione del pubblico ministero di Esquel, Oscar Oro, di ritirare per insufficienza di prove le accuse di usurpazione e abigeato avanzate nel 2016 dalla Compañía de Tierras del Sud Argentino – di proprietà della Edizione srl di Benetton – contro il lonko Facundo Jones Huala (nella foto grande mentre viene trasferito in Tribunale) e altri appartenenti1 alla Pu Lof en Resistencia di Cushamen a seguito del recupero di un pezzo di territorio ancestrale interno alla Estancia Leleque, il 13 marzo 20152

Dalla pagina Facebook di Claudia Andrea Gotta

«Dopo aver ascoltato i difensori Bruno Deìas e la dottoressa Sonia Ivanoff, ritengo che questa situazione di per sé scoraggi l’affermazione della possibilità di successo del processo», ha commentato Oro nel corso dell’udienza preliminare della causa per usurpazione, abigeato e detenzione di armi che si è tenuta lunedì in un Tribunale Provinciale di Esquel presidiatissimo da agenti di pubblica sicurezza. Il magistrato, come hanno riportato i quotidiani argentini, ha anche sottolineato la fragilità valoriale delle prove minuziosamente raccolte che stanno alla base dell’incriminazione sostenuta dall’avvocato Jorge Williams, e per questo si aspetta di capire se domani, giovedì 10 maggio, il giudice penale Martin Eduardo Zacchino3 (che in occasione dello svolgimento dell’udienza ha autorizzato il trasferimento in aula di Jones Huala dal carcere federale di Esquel, dove è detenuto in attesa dell’estradizione in Cile https://www.facebook.com/1109331944/videos/10211957757555169/) stabilirà se portarli o meno a giudizio con le accuse formulate dalla parte querelante. Grande è stata la soddisfazione (e la sorpresa) della comunità Mapuche dopo la decisione di Oro di far cadere le accuse. In aula Facundo Jones Huala ha commentato: «E’ da tempo che chiediamo un tavolo politico e questo segna un precedente a livello internazionale». https://www.youtube.com/watch?time_continue=3&v=AAgsWS6H0OM

Dalla pagina Facebook di Claudia Andrea Gotta

La portavoce, Soraya Maicoño, ha dichiarato all’Agenzia Farco4 che «l’impeccabile arringa della difesa ha dimostrato come tutte le prove consegnate in allegato alla querela fossero inconsistenti. La maggior parte è composta da video che praticamente nemmeno si vedono». La vocera ha poi segnalato che la Compañía di proprietà di Benetton ha insistito parecchio nel voler dimostrare che membri della Lof en Resistencia qui accusati «sono terroristi che si trovavano in clandestinità quando la terra é stata recuperata». Sempre a Farco l’avvocata Sonia Ivanoff ha precisato che «siamo nel piano di emergenza della legge 26.160 che sospende gli sgomberi nelle comunità indigene. Questo processo per noi non esiste e non esiste nemmeno il delitto di usurpazione finché viene esercitato il diritto territoriale e culturale di cui i popoli indigeni godono»

Con Facundo anche il fratello minore Fernando e la moglie Andrea Millananco. Tra gli altri imputati anche Sergio Leonardo Ruiz, Matias Santana, Rodrigo Jamarillo, Martiniano Jones Huala, Nicolas Hernandez Huala e Luis Alberto Cayutur

2In un comunicato della Red de Apoyo a Comunidades en Conflicto l’azione era stata spiegata con queste parole: “Pu Lof rivendica questo recupero territoriale poiché appartiene alle famiglie delle popolazioni che hanno origine da questa colonia”

3Colui che nel 2016 concesse al lonko gli arresti domiciliari a seguito della querela della Compañía di Benetton

4 Foro Argentino de Radio Comunitarias, raggruppa le radio popolari e comunitarie d’Argentina http://www.farco.org.ar/