In sciopero della fame e della sete per i diritti dei Mapuche: peggiorano le condizioni di salute di Facundo Jones Huala

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Facundo sta male. Dopo più di due settimane di sciopero della fame nella sua cella nel penitenziario di Esquel (dove é detenuto dal 27 giugno 2017) e il recente inizio anche di uno sciopero della sete, le condizioni di salute del combattivo lonko della comunità Mapuche en Resistencia di Cushamen, stanno precipitando. La radicale forma di protesta è stata scelta da Facundo Jones Huala in risposta alla decisione del Servizio penitenziario nazionale di vietare l’ingresso ad alcune decine di persone, considerate essenziali per lo svolgimento di una cerimonia1 tradizionale Mapuche prevista per il prossimo 21 giugno, causa motivi legati agli “standard di sicurezza della struttura carceraria2”.

Isabel Huala (Ph. via Facebook)

Come scrive la giornalista Adriana Meyer su Pagina12, nonostante le condizioni di salute siano ritenute molto critiche – ha perso il 12% della massa muscolare, ha continui capogiri ma, così ha riferito la madre Maria Isabel, ha smesso di vomitare e mantiene la sua Newen, la sua forza, nonostante gli sia stato diagnosticato un tumore in un rene – il leader spirituale della comunità Mapuche che nel 2015 ha iniziato il sofferto recupero di un territorio3 ancestrale comprato dalla famiglia Benetton nella provincia del Chubut, ha ancora la forza di puntare il dito contro chi, a suo dire, esercita «il terrorismo di Stato» nei confronti delle comunità indigene e «altri popoli oppressi»: il governo di Mauricio Macri. «La politica di terrorismo statale che si sta utilizzando con noi la si vuole utilizzare con il resto del popolo dei lavoratori», afferma preoccupato, non risparmiando tuttavia accuse nemmeno al giudice federale di Neuquen con surroga a Bariloche, Gustavo Villanueva, dopo che nel novembre scorso aveva ordinato la detenzione di due Mapuche (tra cui un fratello di Facundo) “colpevoli” di aver pietosamente portato giù dal promontorio di Villa Mascardi il giovane Rafael Nahuel, ferito a morte da un colpo di arma da fuoco sparato alla schiena dalla Prefectura naval. «Anche se il conflitto con il popolo Mapuche è strutturale e va al di là della situazione attuale», è la convinzione di Jones Huala, «che si tratti del Kirchnerismo o del Macrismo, fin dall’inizio abbiamo potuto constatare che questo governo sarebbe stato duro, e così è. Quando lo dicevamo, in molti non ci credevano». Dall’Unità 14 di Esquel il trentaduenne attende intanto la risposta del giudice (ma attende anche di sapere se la Corte suprema di Giustizia confermerà o meno la sua estradizione in Cile4 ), e i movimenti per i diritti umani argentini, comprese le Madres de Plaza de Mayo di Hebe de Bonafini, si stanno attivando per chiedere, ancora una volta, la liberazione del giovane e di tutti i prigionieri politici.

Qualche giorno fa, inoltre, alcuni membri della comunità Mapuche insieme con diversi attivisti e all’avvocatessa Mariela Llanquinao, hanno firmato un habeas corpus correttivo collettivo per far sì che la giustizia argentina esaudisse la sua richiesta. L’atto è stato però rifiutato dal giudice federale.  Il giornalista Daniel Satur ricorda su La Izquierda Diario che, a differenza di quel che sta avvenendo adesso, esattamente due anni fa, mentre Facundo si trovava in carcere, il Servizio Penitenziario aveva autorizzato l’ingresso delle stesse persone per la medesima cerimonia. Il no attuale, scrive Satur, dimostra che l’attacco dello Stato argentino contro la comunità Mapuche sta aumentando. «Sono da vari giorni in sciopero della fame e sto peggio di altre volte», ha ammesso qualche giorno fa il lonko parlando con un docente che collabora con l’Unità 14 di Esquel, «le crisi a volte sono opportunità e questo é ciò di cui il nostro popolo deve approfittare per generare un vero cambiamento».

La foto di copertina è tratta dalla pagina Facebook di Pedro Galindez

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La richiesta è per 24 persone, un numero considerato inderogabile perchè composto da 12 uomini e 12 donne, ciascuno con il preciso compito di effettuare un certo rituale. Il carcere ne ha però autorizzate solo 15, rendendo in questo modo impossibile realizzare la cerimonia secondo la tradizione Mapuche.

  E’ il luogo dove l’anno scorso é scomparso (e successivamente riapparso cadavere) il giovane artigiano Santiago Maldonado che proprio per la liberazione del lonko si era mobilitato

Perché accusato di un incendio compiuto insieme con altre persone, nel frattempo assolte